Se sei italiano e vivi in Spagna o possiedi un immobile nel Paese, questa informazione può esserti molto utile.
Una recente sentenza spagnola ha confermato che anche un gesto apparentemente innocuo – come posizionare un piccolo marcatore di plastica tra il telaio e la porta di una casa – può costituire reato di cospirazione per commettere furto in abitazione, anche se il furto non è stato ancora consumato.
In altre parole, la giustizia spagnola interviene in via preventiva per proteggere la tua proprietà, prima ancora che il danno si produca.
Per chi investe o possiede immobili in Spagna, questa decisione rappresenta una chiara dimostrazione di un sistema giuridico rigoroso e proattivo nella tutela dei beni patrimoniali.
Introduzione
La cospirazione per commettere reati è un concetto poco conosciuto dai cittadini, che tendono a identificare il reato solo con la sua esecuzione materiale. Tuttavia, il Codice Penale spagnolo, nel tentativo di coprire l’intero iter criminis, sanziona anche le condotte anteriori alla commissione del reato, purché rispondano a determinati requisiti che giustificano l’intervento anticipato del diritto penale.
Uno dei reati per i quali la semplice cospirazione è punibile è il furto 'con scasso' in abitazione *, che non richiede l’effettiva intrusione o la sottrazione di beni. Il legislatore spagnolo, infatti, va oltre e punisce comportamenti preliminari che dimostrano un piano deciso e concertato per delinquere.
La Sentenza n. 89/2024 dellaCorte d'Appello (Audiencia Provincial) di Navarra, del 25 aprile 2024, ha confermato che collocare i cosiddetti “marcatori di plastica” sulle porte delle abitazioni – piccoli pezzi trasparenti o fili di plastica usati per verificare se una casa è occupata – costituisce reato di cospirazione per commettere furto con forza in casa abitata, anche se il furto non si è ancora verificato.
*NOTA: a differenza dell'Italia, nel sistema spagnolo la violenza sulle cose non è una semplice aggravante del reato di furto, ma costituisce una fattispecie autonoma di reato ("delito de robo con fuerza en las cosas", art.238 CP esp)
I fatti
Nell’agosto 2017, la Polizia spagnola sorprese due persone in un portone di Pamplona: mentre una faceva da palo all’esterno, l’altra entrò nel palazzo e collocò marcatori di plastica trasparente su diverse porte di abitazioni, per controllare se gli appartamenti fossero abitati o vuoti (se dopo un po' di tempo il "marcatore" non c'era più, voleva dire che qualcuno aveva aperto la porta, e che quindi la casa era abitata).
Gli agenti sequestrarono plastica simile e un tagliaunghie, usato per preparare i marcatori.
Il Tribunale di Pamplona condannò l’imputato a una pena detentiva, sostituita con l’espulsione dalla Spagna in quanto si trattava di uno straniero irregolare (art. 89 CP esp).
La difesa presentò appello sostenendo due motivi principali:
- errata applicazione dell’art. 17 CP esp (mancanza degli elementi della cospirazione);
- violazione del principio di presunzione d’innocenza per insufficienza di prove.
La Audiencia respinse entrambi i motivi e confermò la condanna di primo grado.

Perché per la Spagna è reato collocare marcatori di plastica
L’articolo 17 del Codice Penale spangolo stabilisce che la cospirazione esiste quando due o più persone si accordano per commettere un reato e decidono di eseguirlo, e che essa sarà punibile solo nei casi espressamente previsti dalla legge – come quello del furto con violenza sulle cose in casa abitata (art. 269 CP esp).
La regola generale del diritto penale è che gli atti preparatori non sono punibili. Tuttavia, quando la legge lo prevede esplicitamente, alcune forme di intervento anticipato possono esserlo.
In questo caso, il tribunale spagnolo è stato chiaro:
"Collocare marcatori di plastica sulle porte delle abitazioni rivela già un piano concertato e deciso di rubare. Non si tratta di un atto neutro o equivoco, ma di un comportamento che è parte integrante del modus operandi dei ladri, sufficiente per configurare un reato.”
La difesa sosteneva che non esistesse prova di un piano fermo per commettere il furto e che la condotta fosse ancora nella fase di preparazione non punibile. La Corte d'Appello spagnola ha però respinto questa tesi, richiamando la giurisprudenza del Tribunal Supremo, secondo cui gli atti di esecuzione si distinguono da quelli preparatori perché pongono già in pericolo concreto o imminente il bene giuridico tutelato.
Conclusione
Questa sentenza rappresenta un chiaro esempio di come la giurisprudenza spagnola applichi la fattispecie di cospirazione per commettere furto con scasso in casa abitata.
Il solo fatto di trovarsi nella fase di cospirazione – quando la legge lo prevede – è già punibile.
La decisione conferma che collocare marcatori o fili di plastica sulle porte delle abitazioni, all’interno di un piano coordinato per rubare, non è un atto preparatorio neutro o innocuo, ma una manifestazione punibile della volontà delittuosa.
La sentenza evidenzia anche l’importanza della prova indiziaria, che – se ben fondata e logicamente motivata – è sufficiente per sostenere una condanna. Ciò è particolarmente rilevante, poiché i reati di cospirazione raramente si dimostrano con prove dirette: la corretta attività investigativa e motivazione giudiziaria diventano quindi essenziali.
Infine, la pronuncia ribadisce l’importanza dell’art. 89 CP esp in materia di espulsione degli stranieri condannati, con conseguenze personali e giuridiche significative, poiché l’espulsione comporta anche il divieto di reingresso in Spagna per un determinato periodo.
In definitiva, siamo di fronte a una sentenza che illustra come il diritto penale spagnolo anticipi la sua funzione protettiva dei beni giuridici, intervenendo già nelle fasi iniziali del crimine.
E, per chi è cittadino straniero, conoscere questo tipo di decisioni può fare la differenza nella tutela del proprio patrimonio e nella prevenzione di conseguenze legali indesiderate.