Sapevi che il luogo in cui nasce tuo figlio non sempre determinerà la sua nazionalità?
In un mondo sempre più globalizzato, i bambini possono nascere in Paesi diversi da quelli dei loro genitori, generando dubbi su quale cittadinanza avranno. In questo articolo ti spieghiamo in modo le regole di ius soli e ius sanguinis, i rischi di apolidia e come le leggi italiane e straniere tutelano i minori.
Ius soli vs. ius sanguinis: differenze
La cittadinanza alla nascita non è una questione uniforme a livello internazionale: ogni paese può adottare regole diverse per riconoscere la nazionalità.
In generale, gli ordinamenti giuridici si basano su due grandi principi: ius soli e ius sanguinis. L'adozione di uno o dell'altro sistema può generare, a seconda delle particolarità di ciascun caso, situazioni complesse per le famiglie.
1) Ius soli (“diritto del suolo”)
Nei Paesi dove vige questo principio, la cittadinanza si concede per il semplice fatto di nascere nel territorio dello Stato, a prescindere dalla cittadinanza dei genitori.
L’America è spesso indicata come la culla dello ius soli: ad esempio, questo sistema è adottato dagli Stati Uniti (XIV Emendamento alla Costituzione, ratificato nel 1868) e dal Canada (Legge sulla cittadinanza canadese), così come dalla maggior parte dei paesi latino-americani, come il Messico (art. 30 Costituzione), il Brasile (art. 12 Costituzione), l'Argentina (art. 1 Legge di cittadinanza), ecc.
2) Ius sanguinis (“diritto di sangue”)
Nei paesi in cui vige lo ius sanguinis, la cittadinanza si trasmette per filiazione, cioè per discendenza da un cittadino dello Stato, indipendentemente dal luogo di nascita.
Questo sistema prevale in Europa, in paesi come Spagna, Italia e Germania (talvolta con requisiti aggiuntivi).
3) Sistema misto
I due sistemi anteriormente descritti non sono incompatibili, anzi: la maggior parte degli Stati li combina e li adotta entrambi nella regolazione della cittadinanza, concedendo la cittadinanza sia per ius soli che per ius sanguinis.
Per esempio, la Costituzione messicana afferma che sono messicani per nascita “coloro che nascono nel territorio della Repubblica, qualunque sia la nazionalità dei genitori”, ma ammette anche il criterio di discendenza.
Allo stesso modo, in Spagna, l’art. 17 del Codice Civile parte dal principio di ius sanguinis, ma ammette lo ius soli in casi specifici (ad esempio, figli di genitori stranieri nati in Spagna se almeno uno di loro è nato a sua volta in Spagna).
Il problema dell'apolidia: il bambino "senza paese"
Quando ius soli e ius sanguinis si intrecciano, la cittadinanza di un bambino può trasformarsi da semplice formalità a questione urgente di protezione giuridica.
Esempio: cittadini di un Paese A, in cui vige esclusivamente lo ius soli, hanno un figlio in un Paese B, in cui vige lo solamente lo ius sanguinis.
Risultato: il Paese A, di cui i genitori sono cittadini, non concede la cittadinanza al bambino perché nato all'estero; nemmeno il Paese B riconosce la cittadinanza al bambino, posto che, anche se quest'ultimo è nato nel Paese, i genitori non sono cittadini.
In questi casi, pertanto, il minore rischia l'apolidia, ossia, l'assenza di cittadinanza. di in violazione di trattati internazionali come la Convenzione sullo status degli apolidi del 1954 e la Convenzione per ridurre i casi di apolidia del 1961 (ONU).
La mancanza di cittadinanza può avere conseguenze gravi: difficoltà o impossibilità di ottenere documenti d’identità o passaporto, accesso limitato a servizi pubblici, diritti e libertà compromessi, incertezza sulla legge applicabile.

La prospettiva europea: come ottenere la nazionalità in Italia e in Spagna
La Spagna si basa sul sistema dello ius sanguinis e prevede misure per evitare che un minore presente sul territorio resti privo di cittadinanza. In particolare, l’articolo 17 del Codice Civile spagnolo stabilisce che “sono spagnoli di origine”:
- i bambini nati da padre o madre spagnoli;
- i bambini nati in Spagna da genitori stranieri se almeno uno di essi è nato in Spagna;
- i bambini nati in Spagna da genitori apolidi o se la legge dei genitori non attribuisce cittadinanza al figlio;
- i bambini nati in Spagna da genitori ignoti.
In pratica, però, le famiglie devono provare documentalmente che il Paese d’origine dei genitori non attribuisce la cittadinanza al figlio, con procedure spesso complesse.
Dall'altro lato, l'Italia segue lo ius sanguinis quasi puro (Legge n. 91/1992 sulla cittadinanza), ma prevede clausole per prevenire l'apolidia:
- è cittadino per nascita il figlio di padre o madre italiani;
- è cittadino chi nasce in Italia se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, oppure se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la loro legge;
- è cittadino per nascita il minore trovato in Italia se non è provata la cittadinanza di altro Stato.
Come in Spagna, anche in Italia queste norme fungono da “rete di sicurezza” per prevenire l’apatridia, pur richiedendo formalità e documentazioni alle famiglie.
Conclusione
L’interazione tra ius soli e ius sanguinis non è solo un tecnicismo, ma ha effetti concreti sulla vita giuridica, sociale e familiare.
Con la crescente globalizzazione, comprendere e anticipare questi conflitti è la miglior garanzia per evitare che un minore nasca “senza patria”.
La prevenzione, l’assistenza legale specializzata e la conoscenza del quadro normativo sono strumenti essenziali per proteggere i minori.