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LA CONVENZIONE QUADRO SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE DEL CONSIGLIO D'EUROPA: l'impato della IA sui diritti umani e la democrazia

Pubblicato: 29 de aprile de 2025, 15:44
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LA CONVENZIONE QUADRO SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE DEL CONSIGLIO D'EUROPA: l'impato della IA sui diritti umani e la democrazia

L'intelligenza artificiale (IA) ha trasformato numerosi aspetti della vita quotidiana, dalle decisioni automatizzate nei servizi pubblici all'analisi di grandi volumi di dati nel settore privato.

Tuttavia, il suo sviluppo solleva sfide etiche e giuridiche che possono influenzare i diritti fondamentali, la stabilità democratica e lo Stato di diritto.

Per affrontare queste sfide, nel maggio dello scorso anno – dopo quasi due anni di complessi negoziati internazionali – il Consiglio d'Europa ha adottato la Convenzione Quadro sull'Intelligenza Artificiale, Diritti Umani, Democrazia e Stato di Diritto, con l'obiettivo di regolamentare l'uso dell'IA in un quadro comune di diritti umani e principi democratici.

Si tratta del primo trattato internazionale giuridicamente vincolante sull'IA, al quale hanno partecipato non solo paesi europei, ma anche molti altri extra-UE come Argentina, Costa Rica, Messico, Israele e Stati Uniti.

Questa Convenzione, che si allinea perfettamente con le disposizioni della Legge europea sull'IA, stabilisce obblighi per i paesi firmatari, richiedendo l'adozione di misure legislative e amministrative per garantire che i sistemi di IA siano utilizzati in modo trasparente, responsabile e conforme ai valori democratici (come previsto dall'articolo 1 della Convenzione).

La Convenzione è stata firmata dalla Commissione europea a nome dell'UE nel settembre 2024 (e, nella stessa data, anche da USA, Regno Unito e Andorra, tra gli altri), e più recentemente, dal Giappone nel febbraio 2025 e dalla Svizzera nel marzo 2025.

Si prevede che altri paesi, inclusi quelli che non hanno partecipato ai negoziati, aderiranno alla Convenzione, con l'auspicio che diventi il primo trattato sull'IA di portata mondiale.


IMPATTO PER CITTADINI E IMPRESE ITALIANE

Per cittadini e imprese italiane operanti in Italia, Spagna o altri paesi firmatari, la Convenzione implica l'adozione di standard comuni nell'uso dell'IA, garantendo la protezione dei diritti fondamentali e la trasparenza nei processi decisionali automatizzati. 
 

PRINCIPALI DISPOSIZIONI DELLA CONVENZIONE

Definizione e ambito dei sistemi di IA:
la Convenzione fornisce una definizione precisa dei "sistemi di IA", stabilendo che si tratta di sistemi basati su macchine che generano previsioni, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali (art.2).

Delimita inoltre il suo ambito di applicazione a tutte le attività relative allo sviluppo, implementazione e uso dell'IA che possono influenzare i diritti umani, la democrazia o lo Stato di diritto (art.3). Ciò include l'uso dell'IA sia da parte delle autorità pubbliche che di entità private, specialmente quando le loro decisioni si ripercuotono direttamente sui cittadini.


La protezione dei diritti umani e della democrazia:

un punto fondamentale della Convenzione è l'obbligo che i sistemi di IA rispettino i diritti fondamentali e la dignità umana (art.4). A tal fine, gli Stati devono garantire che l'IA non sia utilizzata in modo discriminatorio, limitando i diritti o la privacy delle persone.

Inoltre, si pone l'accento sulla protezione dei processi democratici, vietando l'uso dell'IA per manipolare l'opinione pubblica, influenzare le elezioni o disinformare i cittadini (art.5).


I principi generali per l'uso responsabile dell'IA:

la Convenzione stabilisce che lo sviluppo e l'uso dell'IA devono essere guidati dai seguenti principi fondamentali:

  1. rispetto della dignità e dell'autonomia delle persone: i sistemi di IA non devono minare l'autonomia individuale né prendere decisioni senza un'adeguata supervisione umana (art.7);

  2. trasparenza: è fondamentale che i cittadini sappiano quando stanno interagendo con l'IA e possano comprendere come vengono prese le decisioni automatizzate (art.8);

  3. responsabilità: i governi e le aziende che utilizzano l'IA devono essere responsabili degli effetti negativi che i loro sistemi possono avere sui diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto (art.9);
  4. uguaglianza e non discriminazione: devono essere adottate misure per evitare pregiudizi negli algoritmi che possono discriminare determinati gruppi sociali o generi (art.10);

  5. protezione dei dati e privacy: i sistemi di IA devono rispettare standard di sicurezza nel trattamento dei dati personali (art.11).


La protezione legale per i cittadini:

per garantire che i cittadini possano difendersi da decisioni errate o ingiuste prese dall'IA, la Convenzione stabilisce che devono esistere meccanismi di reclamo e accesso alla giustizia (art.14).

Inoltre, si richiede che le persone abbiano il diritto di:

  • essere informate in modo adeguato e sufficiente su come funziona l'IA quando le sue decisioni influenzano i loro diritti

  • che vengano adottate garanzie e meccanismi efficaci di protezione

  • impugnare le decisioni automatizzate che possano danneggiarle.


La valutazione dei rischi legati all’uso della IA:

gli Stati aderenti alla Convenzione devono adottare strategie di gestione dei rischi per identificare e ridurre i possibili impatti negativi dell'IA sui diritti umani (art.16). A tal fine, si prevede che:

  1. i sistemi di IA siano valutati prima della loro implementazione, assicurando che non rappresentino un rischio significativo;

  2. vengano stabiliti audit periodici per garantire che l'IA continui a funzionare secondo le norme stabilite;

  3. vengano vietati certi usi dell'IA se si considera che attentano ai valori democratici o alla sicurezza delle persone.


Cooperazione internazionale

Il principio di cooperazione che ispira questa Convenzione internazionale si riflette chiaramente nella sua redazione. In tal senso, l'articolo 23 prevede la possibilità di celebrare riunioni tra i paesi parte della Convenzione (art. 23 - "Conference of the Parties"), che possono essere convocate dal Segretario Generale del Consiglio d'Europa ogni qualvolta lo ritenga necessario o, in ogni caso, quando lo richieda la maggioranza dei paesi membri.

Inoltre, l'articolo 25 stabilisce espressamente l'obbligo degli Stati firmatari di cooperare per raggiungere gli obiettivi della Convenzione, scambiando informazioni utili e collaborando per prevenire i rischi legati all'uso dell'IA.

Infine, al fine di garantire la più ampia applicazione possibile della Convenzione, nello stesso articolo si invita anche gli Stati membri a promuovere l'adesione da parte di paesi non firmatari, potendo condividere con loro tutte le informazioni necessarie a tal fine. 

In definitiva, la Convenzione Quadro sull'Intelligenza Artificiale del Consiglio d'Europa rappresenta una pietra miliare nella regolamentazione globale dell'IA.
Stabilendo principi chiari e obblighi legali, mira a garantire uno sviluppo tecnologico allineato ai diritti umani e ai valori democratici, al fine di sfruttare il potenziale dell'IA senza compromettere i valori fondamentali della società, responsabilizzando i paesi di tutto il mondo a impegnarsi per questo obiettivo. 

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